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Riconnetterci al nostro Sentire: riprendiamoci noi stessi

Riconnetterci al nostro Sentire: riprendiamoci noi stessi | Dipendiamo.blog

Mi piace il verbo sentire…
Sentire il rumore del mare,
sentirne l’odore.
Sentire il suono della pioggia che ti bagna le labbra,
sentire una penna che traccia sentimenti su un foglio bianco.
Sentire l’odore di chi ami,
sentirne la voce
e sentirlo col cuore.
Sentire è il verbo delle emozioni,
ci si sdraia sulla schiena del mondo
e si sente…

Alda Merini

In queste poche righe Alda Merini (poetessa, aforista e scrittrice italiana) ha racchiuso in poesia un tema estremamente importante: sentire, avere la capacità di provare sensazioni di fronte alle bellezze della vita, alle emozioni, agli altri.

Sentire è un privilegio di pochi, in una società in cui tutto viaggia ad alta velocità.

Viviamo “nel fare” e “nell’apparire”, senza fermarci: il sentire è qualcosa di ricercato, talvolta sconosciuto, proprio perché non c’è l’abitudine, la cultura a godere del momento presente ed esplorare ciò che c’è in noi, ora.

E l’origine di tutto è la paura di guardarci dentro.

In questa società consumistica, ci è stato insegnato che dobbiamo sentirci bisognosi, che ci manca qualcosa, che dobbiamo cibarci di tutto ciò che ci viene offerto, diversamente non saremo mai felici. E il fatto di diffondere la paura, in diverse modalità, contribuisce a mantenerci in questo stato di ipnosi collettiva (che è fonte di ampio guadagno per molti!).

Di qui lo sviluppo delle dipendenze, originate dalla madre di tutte, la dipendenza affettiva, di cui abbiamo parlato in molti articoli.

La percezione del Sentire: riappropriarci di noi stessi

La contraddizione più grande che viviamo è quella di ricercare continuamente al di fuori di noi cosa ci può far stare in pace, mentre abbiamo già tutto nella nostra interiorità. Siamo già completi esattamente come siamo.

Basta solo darsi il tempo di sentire.

Il sentire abbraccia molti spazi. Possiamo percepire il sentire

  • a livello corporeo, attraverso il tatto, il tocco del nostro corpo o quello dell’altro, che ci procura sensazioni di diversa natura
  • a livello mentale, quando interpretiamo idee e intuizioni che affiorano dentro di noi
  • a livello spirituale, se riusciamo a cogliere le vibrazioni di noi stessi e dell’altro, sviluppando empatia.

Più restiamo in contatto con ciò che ci attraversa, portando uno spazio di silenzio e non giudizio, più riusciamo a raggiungere la pace interiore.

Sentire significa riappropriarci di noi stessi, portare attenzione a tutto il nostro essere che costantemente ci grida:

Ehi, sono qui!!! Ascoltami che ho tanto da dirti!!

E finalmente donagli il tempo che merita.

Iosù: il cammino verso un’esistenza più vera

Esplorando il tema del sentire, mi è stato suggerito un albo illustrato di cui vorrei parlarvi: il suo titolo è “Iosù” di Alessandro Sanna (Edizioni Nuages).

Iosù è l’abbreviazione di Iovivoquimapreferireistareinunboscolassù.

Iosù va in giro per le strade innaffiando la città: innaffia spigoli dei muri, scalinate, cupole, marciapiedi.

Nonostante la gente trovi strano il suo comportamento, lui non si preoccupa: innaffia le persone e scappa via.
E gli animali, che pure cercano invano di attirare l’attenzione delle persone, lo apprezzano.

A volte per risvegliarsi è necessaria “una doccia fredda”, e in questo il nostro protagonista della storia è specialista.

La notte Iosù porta il suo innaffiatoio sotto le finestre dei palazzi a riempirsi di tutte le lacrime della gente: sono, generalmente, lacrime di dolore che lui raccoglie, e il giorno dopo usa per innaffiare.

E un bel momento, grazie a queste lacrime, da un muro nasce un fiore. E poi l’erba comincia a crescere tutto intorno. Nascono piante sopra i tetti, la lavanda sul cornicione, pini ovunque: un’esplosione di verde in tutte le tonalità modifica completamente l’ambiente.

E Iosù continua ad annaffiare, contento. Gli animali saltano, gli uccelli volano sereni.
Le persone non riescono più ad entrare nelle auto che sono piene di verde.

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Ma soprattutto, i telefoni danno i numeri e i computer non si accendono più, le persone rimangono senza denaro.

“Le tasche sono rimaste al verde”.

La gente è disperata e non sa cosa fare. Iosù risponde:

“Coraggio! Schiena dritta e petto in fuori. Su una gamba come i fiori. Le ginocchia un pò piegate. Ascoltate. Sentite?”

La storia si chiude con questa domanda. Sentite?

Questo albo illustrato ci riporta qui, nel presente. Trovo molto bella questa immagine dell’innaffiatoio che raccoglie il dolore e, in questo ciclo di trasformazione, le lacrime fanno nascere nuove piante, nuova vita che genera a sua volta felicità. Mi ricorda la canzone “Il cerchio della vita”, colonna sonora del famoso cartone “Il Re Leone”.

Un bel giorno ti accorgi che esisti, che sei parte del mondo anche tu,
non per tua volontà e ti chiedi chissà, siamo qui per volere di chi?
Poi un raggio di sole ti abbraccia, i tuoi occhi si tingon di blu,

e ti basta cosi, ogni dubbio va via e i perché non esistono più.
È una giostra che va questa vita che gira insieme a noi e non si ferma mai
e ogni vita lo sa che rinascerà in un fiore che fine non ha.

Solo in rari momenti ci rendiamo conto che siamo dentro a questo meraviglioso ciclo. Ma possiamo fare sì che questo tempo si allunghi, dedicando maggiore attenzione al nostro sentire, cominciando da ora.

E tu che cosa stai provando proprio in questo momento?  Cosa senti?

“Sentire” attraverso uno strumento sempre nuovo e gratuito: la natura

Iosù, che ama i boschi, ci insegna che la natura aiuta a rigenerarsi, aiuta la connessione ad un sentire più vero.

Ogni volta che vediamo un particolare albero, una farfalla, un prato fiorito ci sentiamo colpiti, la bellezza della natura ci attraversa il cuore, ci genera stupore, ma anche senso di pienezza e serenità.

Spesso ci dimentichiamo di lei, diamo per scontato il fatto di avere a disposizione uno strumento sempre diverso e gratuito con cui rigenerarci. Ma questo perché viviamo come ospiti in una terra che è nostra.

La natura ci aiuta a trovare un contatto più profondo con noi stessi quando ci perdiamo, o a mantenerlo se già ne conosciamo i benefici.

Nella quotidianità sarebbe bene ricavare uno spazio in cui godere di tutto ciò che la natura, attraverso la sua espressione, può regalarci, lasciandoci stupire. Cercando il contatto con un albero, con la terra, osservando le nuvole, facendoci attraversare le mani dall’acqua di un ruscello, o semplicemente osservando l’aria che entra ed esce dentro di noi, siamo già consapevoli di tutto quello che ci circonda e possiamo apprezzarne i benefici.

E renderci così conto che siamo parte di un Tutto. Che quello che è fuori è dentro di noi. Che tutto quello che riusciamo a vedere con bellezza e armonia è merito degli occhi che stiamo utilizzando per vedere.

Ma anche che la Natura è in noi. Ci attraversa: siamo fatti della natura. L’esterno è l’interno.

Il nostro corpo adulto è costituito dal 60% di Acqua, siamo vivi perché l’Aria ci attraversa, siamo costituiti dalla Terra e il nostro Fuoco interiore è la nostra energia.

Questi elementi si trovano in ogni cosa e in ogni essere vivente.

La natura è in noi. Ed è parte delle nostre emozioni, si riflette sulla nostra personalità, che è spesso dominata da un elemento predominante.

Di questo e molto altro parleremo durante il nostro Aperitivo Sensoriale “IN COMPAGNIA DELLA NATURA”, un laboratorio in cui andremo ad acquisire maggiori consapevolezze su queste componenti che costituiscono il nostro modo di essere più profondo.

Se hai voglia di condividere con noi questa esperienza, ti aspettiamo!

Chiara Manzini: Curatrice della sezione "Educazione all'amore sano" Lavora nell'ambito delle risorse umane. Scrittrice e lettrice, cura progetti e laboratori creativi per ragazzi e adulti. Vive in provincia di Modena ed è felicemente mamma di due ragazzi adolescenti, che sono per lei fonte di grande ispirazione e quotidiano apprendimento.
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