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Basta inciampare nei Barbablù!

Basta inciampare nella Barbablù! | Dipendiamo.blog

Con questo articolo, tramite l’analisi dell’albo illustrato di Barbablù riscritto da Nicola Cinquetti, edizione ARKA, intendo svelare alcune delle dinamiche del tandem sadico-masochista e aiutare coloro che si identificano nei personaggi a riflettere sulle proprie trappole interiori per non cadere mai più in meccanismi familiari ma ahimè drammatici, pericolosi e dolorosi.

Barbablù: la storia di un uomo incapace d’amare, di una donna incapace d’amarsi

La storia di Barbablù infatti mette in luce non solo l’evidente malvagità di un uomo incapace d’amare e che fa della violenza e della rabbia le sue più grandi virtù, ma anche la storia di una donna che oscura e trascura la sua identità e non valorizza se stessa mettendosi al servizio di un uomo egoista, senza nemmeno accorgersene.

La storia di un uomo incapace d’amare La storia di una donna incapace d’amarsi

L’egoismo di lui trova terreno fertile nella cecità di lei. L’immaturità di lui trova fondamenta stabili nell’adultità riparativa di lei. L’avarizia di sentimenti di lui trova nascondiglio nell’eccesso di empatia di lei. L’arroganza di lui trova spazio nel buonismo di lei.
La violenza di lui si infiltra nell’incapacità di tutelarsi di lei.
La vera crudele natura di lui è coperta dall’ombra del bisogno d’amore di lei. Il sadismo di lui è nascosto dal masochismo di lei.
La perversione di lui è mascherata dall’idealizzazione dell’amore di lei.

Un equilibrio ordinato ma perverso,
un gioco pericoloso di specchi,
dove il riflesso di ognuno è opacizzato dall’ombra dell’altro. Dove inizia il bisogno di uno finisce l’identità dell’altro, dove non si può stare bene se non dopo l’altro,
dove non si può esistere se non tramite l’altro.

Analizziamo ora gli aspetti più interessanti della fiaba, vi stupirete di come alcuni di essi siano elementi nascosti poiché anche questo nascondimento è parte stesso della dinamica sopra descritta.

La Barba di Barbablù

La barba blu nella fiaba rappresenta il simbolo del pericolo, una barba lunga, tortuosa e pungente, un elemento evidente che richiama l’attenzione e invita alla prudenza; ma a cui la giovane fanciulla non da alcuna importanza, sopraffatta dall’apparenza e ubriacata – per usare la parola della fiaba- dallo sfarzo e dalle ricchezze di lui.

La Scelta della Fanciulla

La fanciulla sceglie il suo sposo solo con il filtro della speranza, senza dar retta ai suggerimenti della sua bussola interna; una scelta quasi razionale ed estremamente pericolosa che non può che presagire dolore poiché basata sulla proiezione dei suoi stessi ideali, ma su nessun dato di realtà. Questo modo di scegliere porta genericamente a ritrovarsi tra le braccia di perfetti sconosciuti perché la scelta ripaga soltanto il proprio ideale, ma non i bisogni che lo sottendono.

Barbablù dal suo canto, non ha fatto nulla per conquistare la sua sposa, non si è impegnato in nessun modo, mostrando una acerba immaturità di sentimento e un vuoto emotivo significativo; l’ha soltanto sedotta con l’unica arma che aveva e che sapeva l’avrebbe ingolosita: il denaro.

Per Barbablù era indifferente quale sarebbe stata la sua futura sposa, gli sarebbero andate bene entrambe le sorelle poiché entrambe due vere perle di mare. In queste parole si nasconde la modalità relazionale di lui che, spaventato da qualsiasi tipo di attaccamento o legame, sperimenta ogni moglie che ha avuto come oggetto di possesso, ma non come soggetto avente una propria individualità.

E l’Amore?

L’amore in questa fiaba non esiste, si dissolve nella freddezza glaciale di lui e nell’insensatezza delle scelte di lei.

L’amore è il frutto di impegno, condivisione, sguardi, conoscenza, tempo, valorizzazione, stima e molti altri fattori di cui non sentiamo nemmeno l’eco in questa fiaba, eppure nessuno dei due protagonisti sembra accorgersene fino ad arrivare alle nozze; la sposa continua a convincersi dell’esistenza dell’amore persino difronte alle minacce di morte da parte di lui che di amore, va da se, contengono soltanto la più beffarda illusione.

Il Viaggio di Affari

Ma quando mai avete sentito di uno sposo che dopo le nozze parte per un viaggio d’affari? Qualcuno leggendo la fiaba si è chiesto dove fosse finito il tempo della luna di miele?

La narrazione porta alla luce il meccanismo dell’incastro affettivo tra narcisista e dipendente dove lui da per scontata la propria affettività, superbo della possibilità di non dover dimostrare nulla e di non dover costruire alcuna sicurezza, oltre che privo di ogni progettualità condivisa; fattori di cui la sposa non si cura e che non coglie come segnali di trascuratezza nei suoi riguardi, troppo intenta a farcire le mancanze di lui con una doppia razione d’amore ideale.

Barbablù e la Stanza degli Orrori

La stanza degli orrori contiene la vera natura di Barbablù che appositamente ha chiuso a chiave per evitare che la sposa ne fosse a conoscenza, istigandola però al tempo stesso a scrutarlo poiché le consegna lui stesso le chiavi di quella parte più remota di sé.

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La stanza contiene non solo l’incapacità di amare di Barbablù, ma anche l’evidenza della furia che si scatena in lui non appena si sente tradito, tradimento che ripeto, istiga lui stesso consegnando le chiavi alla sposa.

Questo è un meccanismo perverso di continua messa alla prova: l’assenza di fiducia costella infatti ogni passaggio della storia di Barbablù e parimenti del suo insaziabile bisogno di controllo.

La Sfida della Fanciulla

Vi siete chiesti come mai la ragazza anziché divertirsi con le amiche sopraggiunte al castello vada, sola, a caccia del proibito? Non avete sperato almeno per un istante che scegliesse di andarci accompagnata verso quella stanza?

Non avete pensato a come mai non abbia chiesto a nessuna amica di restare con lei una volta uscita? O ancora non vi siete chiesti come mai non sia fuggita dal castello dopo essersi addentrata nell’orrore tenebroso che il marito le nascondeva?

Queste speranze mute e parole non scritte svelano l’incapacità di tutelarsi della donna, la sua profonda cognizione di non valere abbastanza, il suo sentimento di inadeguatezza e la sua errata ma sincera convinzione di meritarsi una punizione per aver disubbidito al proprio marito.

Di fatto l’assenza di considerazione per il proprio valore assoluto da parte della sposa costituisce il suo più grande pericolo poiché la espone alla furia vendicativa e alla rabbia feroce del marito.

I Fratelli e la liberazione “passiva”

La sua vita dipendeva dalla loro velocità

Leggendo il libro sono certa che se tornate alla sensazione corporea che stavate provando in quel passaggio della fiaba in cui fortunatamente arrivano i fratelli della principessa per salvarla, era una certa diffusa e forte tensione in tutto il corpo, frutto dell’angoscia suscitata dal disperato richiamo da parte della fanciulla di un aiuto esterno, di fatto l’attesa del miracolo è quella che tiene incollati gli occhi alle pagine del racconto.

Elemento chiave da sottolineare è l’impossibilità e l’incapacità della fanciulla di pensare di riuscire a mettersi in salvo da sola, vittima del proprio vissuto di insufficienza.

Affidare la propria vita tra le mani di qualcun altro è l’errore più grande che la fanciulla abbia teso alla preziosità della sua identità.

Il Finale, quasi felice

Le ultime due parole della fiaba mettono in luce i danni che lasciano relazioni di questo tipo, dove l’esporsi per un tempo indefinito alla sottile crudeltà di un Barbablù allarga lo spessore del percepito sentimento di ogni principessa di non essere degna d’amore e che necessita di essere riparato non solo dalle cure di un gentiluomo, ma anche e soprattutto dalla costruzione di un sano amor proprio.

Assaggio d’Amore: breve azione terapeutica

L’errore più grande che stai commettendo, se ti sei identificata nella protagonista, è quello di dubitare di te stessa e del tuo valore indiscusso.

Probabilmente hai o hai avuto la sensazione di essere stata abbandonata, di non essere degna d’amore, di dover essere perfetta per piacere a qualcuno o ancora di dover reprimere i tuoi bisogni per piacere all’altro.

Quelle che ho appena citato sono le trappole in cui inciampi prima ancora di cadere nella barba blù; non lasciare che guidino ancora le tue scelte, i tuoi comportamenti e men che meno i tuoi sentimenti, non smettere mai di ascoltare quella voce interna che ti guida verso il benessere e il sano amor proprio.

E perdonati per essere caduta nella trappola di barbablù, non hai nessuna colpa per aver sperato di amare e di poter essere amata.

Categorie: Favole e Amore
Arianna Bani: Sono Psicologa e Psicoterapeuta iscritta all'Ordine degli Psicologi della Lombardia, ho concluso il percorso di Specializzazione in Psicoterapia sistemico relazionale, presso la scuola di Psicoterapia Mara Selvini Palazzoli di Milano. Creativa, flessibile, appassionata di storie e di scrittura narrativa, empatica. Queste le caratteristiche che meglio mi definiscono. Negli ultimi anni ho svolto diverse esperienze a carattere professionalizzante che mi hanno permesso di sviluppare passione e competenze spendibili in più ambiti lavorativi
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