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Arte e Terapia

Marnie: la donna intrappolata nell’identità di bambina

Ma perché Mark sceglie Marnie, bellissima ma criminale?

Altrettando interessante è il personaggio “crocerossino” di Mark Rutland.

Ma perché Mark Rutland, un uomo bellissimo, ricchissimo, pieno di passioni, libero e che potrebbe avere tutte le donne che vuole, punta gli occhi su una donna come Marnie?

Mark ha quasi la certezza che quella donna sia l’autrice del furto avvenuto presso la precedente società ove l’aveva già vista, ma è proprio questo che lo attira di quella curiosa creatura: la sfida.

La sfida di smascherarla, di farla propria per poi curarla.

In una scena iniziale del film, Mark, esperto di zoologia, mostra a Marnie la foto di un giaguaro, più feroce di una tigre, che lui si vanta di aver domato, e alla domanda della donna:

“a fare cosa?” l’uomo risponde: “a fidarsi di me, è già molto per una tigre…”

E infatti la relazione tra loro nasce sulla base di un ricatto, quello di Mark che prospetta a Marnie la scelta tra il carcere e il matrimonio con lui.

Anche se in una visione più romantica Mark appare il principe azzurro, bello, ricco ed empatico, dietro il comportamento di questo personaggio si nasconde il brivido di conquistare una donna che appare diversa, una che fugge e che, a differenza di tutte le altre, non subisce il suo fascino, ma che anzi lo rifiuta e lo deruba.

Marnie intuisce che dietro l’interessamento di Mark c’è qualcos’altro, dice a lui nel corso di una conversazione:

“no tu non ami me, io sono una cosa che tu hai catturato, tu mi ritieni una specie di animale che hai intrappolato” e lui replica “è vero lo sei, e ho catturato una bestia feroce questa volta e me la voglio tenere”

Scatta in lui il desiderio irrefrenabile di averla, di padroneggiare i segreti della sua mente e persino la voglia di possedere, contro la sua volontà, il suo corpo.


Curatrice della sezione: Arte e Terapia. Avvocato penalista, appassionata di cinema e affascinata dall’introspezione che attraverso il cinema ognuno di noi può compiere. “Anche nella mia esperienza professionale mi capita spesso di incontrare donne che sono state dipendenti affettive. Si tratta solitamente di donne intelligenti e capaci in diversi settori della vita che, tuttavia non sono state in grado di spezzare legami malati. Certe di non poter vivere senza il proprio carnefice, hanno sopportato per lungo tempo umiliazioni, privazioni e maltrattamenti, convinte che fosse il loro prezzo dell’amore, sino a quando hanno raccolto il coraggio per dire basta ed essere risarcite per quanto subito”.


2 commenti
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    fabrizio

    Di proposito ora non ho letto l'articolo e senz'altro ho visto il film, ma avrei difficoltà a rivederlo. Se leggo il romanzo riesco comunque a cogliere il messaggio del film? Grazie.

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    Fabrizio

    Ho finito di leggere stanotte alle 4. Il romanzo differisce in alcune parti anche di non poco conto, ma le conclusioni sono simili. Ritrovo in pieno il tema della dipendenza e molto altro. È un racconto che ha dato il via a un tumulto di pensieri e di sensazioni. La ringrazio molto per questi spunti originali e preziosi.

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