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Arte e Terapia Dipendenza Affettiva

La Dipendenza Affettiva in 3 brani di Patty Pravo

La Bambola, io sono speciale e merito amore

Sul filone di quanto detto in precedenza, ovvero, chi ci ama davvero ama anche i nostri difetti, ci agganciamo al prossimo brano, “La Bambola”.

“La Bambola”, brano del 1968, periodo di rivoluzione sessuale e sociale, è un primo grido di libertà da parte delle donne. Uno dei primi “no”. Un primo timido passo verso la ricerca dell’autonomia e dell’amore di sé.

Nel contesto storico di quegli anni, la Donna era prima di tutto moglie. Il fatto di poter rifiutare un ragazzo che non la rispetta, è già di per sé una rivoluzione, in quanto all’epoca il peggiore destino di una donna era diventare zitella. Si può dunque immaginare quanto fosse grave rifiutare le attenzioni di un ragazzo.

La canzone “La Bambola” parla dunque di una giovane donna che si rende conto di essere nelle mani di un ragazzo, di esserne vittima

“Tu mi fai girar, come fossi una bambola, […] poi mi butti giù […] non ti accorgi quando piango, quando sono triste e stanca, tu pensi solo per te”

Riesce così a comprendere che lui non la ama, e, volendo evitare di soffrire ancora, sceglie di amare se stessa

“No ragazzo no, tu non mi metterai fra le dieci bambole che non ti piacciono più”

La svolta come scelta: amare se stessa

Nel brano “La Bambola” ci troviamo di fronte ad una svolta decisiva nella vita della dipendente affettiva, scegliere di amarsi. Il passo è importantissimo, e non è privo di rischi, la solitudine è all’angolo.

Ma come dice l’antico proverbio, meglio soli che mal accompagnati, lei decide di iniziare questo nuovo cammino.

Spesso, quando rimettiamo agli altri, la valutazione della nostra persona, perdiamo il nostro centro, la consapevolezza di chi siamo veramente. La protagonista della canzone, per un tempo ha lasciato che lui la usasse “Tu mi fai girar, come fossi una bambola”, è stata in balia di lui, dimenticanto completamente i propri bisogni e il proprio valore.

“No ragazzo no, del mio amore non ridere, non ci gioco più quando giochi tu, sai far male da piangere”

Ci troviamo di fronte ad un amore sbilanciato, nel quale lei offre se stessa ma lui non sa apprezzarla, ma non solo, il suo è un amore briciola.

La scelta coraggiosa della protagonista è quella di scegliere di rinunciare ad un amore che la fa soffrire.

Da questo punto, la dipendente affettiva può ripartire, iniziando a volersi bene e a guardarsi con tenerezza, offrendosi da sola quelle cure e quelle attenzioni che durante l’infanzia sono venute meno.


Curatrice della Sezione "Arte e Terapia". Cantante e compositrice, ha frequentato il Conservatorio specializzandosi in canto lirico. Nella Musica ha scoperto la propria forma d'arte ma soprattutto d'espressione, potendo dare, tramite la composizione, una vera voce alle proprie emozioni. La Musica è generosa con chi sa ascoltare. Amo nutrire la mia anima camminando nel cuore, che batte al ritmo della vita e danza esprimendo gioia e libertà. Canale YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCG_2yyIP6eqGsaM3QKzDvBA/videos


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