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La Sindrome di Eco: celarsi dietro il narcisista

La Sindrome di Eco: celarsi dietro il narcisista | Dipendiamo.blog

Dottoressa ho incontrato di nuovo un narcisista, questa volta l’ho subito riconosciuto

Patrizia

Sempre più spesso mi capita di sentir pronunciare queste parole dalle mie pazienti che, dopo essersi fatte una “cultura” sui vari social “diagnosticano” i loro partner oppure persone appena incontrate come affette da narcisismo. Per questo oggi andremo ad approfondire un nuovo concetto, importante per tutti coloro che si nascondono dietro il narcisista per non dover affrontare il problema su se stessi: parliamo oggi della Sindrome di Eco.

La “lotta” al Narcisismo

Riconoscere i segnali di una personalità poco incline all’empatia e poco abile nel donarsi e nel donare, non è di per sé una cosa negativa. Può essere utile riconoscerlo per evitare di illudersi e lasciandosi affascinare dal carisma tipico di questa personalità dietro il quale si nasconde tuttavia una immensa fatica nell’investire realmente sulla relazione.

Ciò che invece riteniamo fortemente negativo è la presenza di gruppi, siti, chat sempre più diffuse e spesso gestite da persone non esperte che dichiarano “lotta” a questa strana categoria alimentando rancore e rabbia verso l’altro anziché stimolare un lavoro rivolto a sé stessi.

Gruppi di persone (donne in particolare) che si lamentano ed inveiscono contro “questi maledetti narcisisti” che hanno rovinato la loro vita si possono ascoltare ovunque… l’ultimo l’ho incontrato al bar mentre bevevo un caffè.

Lo sfogo si trasforma in rabbia distruttiva, la rabbia acceca e provoca chiusura e diffidenza nei confronti dell’altro.

Ormai sono terrorizzata all’idea di incontrare un altro narcisista. Preferisco stare sa sola

Rosalba

La diffusione sempre più estesa di questo “fenomeno” contribuisce a logorare la fiducia nei rapporti e la chiusura alla vita e all’amore.

Data la gravità della situazione, abbiamo ritenuto utile provare a dare “un nome” a questa tendenza, non tanto per etichettare ma per dare sostanza e definizione ad un male che in modo subdolo può avvelenare la fiducia nell’incontro con l’altro.

L’abbiamo chiamata “Sindrome di Eco” connettendola al comportamento della Ninfa Eco

La Sindrome di Eco: celarsi dietro le colpe di Narciso

Il mito di Eco e Narciso ha assunto un’importanza fondamentale per la nostra epoca: il personaggio di Narciso è infatti divenuto un simbolo per la nostra cultura: si parla spesso di “narcisismo”, “società narcisistica”, “disturbo narcisistico di personalità”, “ferite narcisistiche”, ecc…

Oggi vogliamo invece cambiare punto di vista e volgere il nostro sguardo alla figura complementare a Narciso: la Ninfa Eco.

La storia di Eco

Il bel Narciso, dotato di una ostinata superbia, sfuggiva il mondo e l’amore e preferiva trascorrere il tempo passeggiando da solo nelle foreste sul suo cavallo oppure andando a caccia di animali selvatici.

Un giorno, mentre cacciava, sentì rimbalzare tra le gole della montagna una voce. Era la voce della bellissima Ninfa Eco, che, al solo vederlo, s’innamorò perdutamente di lui. La sua voce, tuttavia, era particolare: la Ninfa, infatti, era destinata a duplicare i suoni che sentiva, ripetendo le ultime parole. Eco che da quel giorno seguì il giovinetto ovunque andasse, accontentandosi di guardarlo da lontano; ogni qual volta narciso pronunciasse delle parole, le udiva duplicate dalla voce di Eco. Incuriosito, prova a comunicare con lei, ma alle sue parole seguono solo e soltanto le sue stesse parole, ripetute. Quando Eco, divampando per amore, decide di mostrarsi a lui e abbracciarlo, lui fugge inorridito. Tanto fiero e superbo della propria bellezza, gli pareva cosa di troppo poco conto occuparsi di una semplice ninfa. Non così era per Eco: l’amore e il dolore la consumarono a poco a poco.

Affranta dal dolore si rinchiuse in una caverna profonda ai piedi della montagna, dove Narciso era solito andare a cacciare. E lì con la sua bella voce armoniosa continuò a ripetere le ultime parole pronunciate da Narciso. Inutilmente perché Narciso, che pur udiva l’angoscioso richiamo, non venne mai.

Il dolore del rifiuto, lentamente, la consuma: il sangue le si sciolse nelle vene, il viso le divenne bianco come neve e, in breve, il corpo della splendida fanciulla divenne trasparente al punto che non proiettava più ombra sul suolo. Della ninfa rimasero solo le ossa e la voce. Le ossa presero la forma stessa dei sassi e la voce visse eterna nella montagna solitaria. Da allora essa risponde accorata ai viandanti che chiamano. Ma è fioca e lontana e ripete perciò solo l’ultima sillaba delle loro parole: ha perduto la sua forza invocando Narciso, il crudele cacciatore che non volle ascoltarla.

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Eco muore nel suo dolore: le caratteristiche tipiche della Sindrome di Eco

Il mito evidenzia caratteristiche tipiche della “sindrome di Eco”

  • Il perduto innamoramento verso una persona narcisista
  • L’illusione di poter essere amata da lui
  • Il pungente dolore legato al rifiuto del narcisista
  • La chiusura nella “caverna” interiore piena di rancore e dolore
  • La tendenza a parlarne in continuazione fino a consumare se stessa
  • La tendenza a focalizzare la propria attenzione sulle responsabilità dell’altro membro della coppia

Proprio come Eco, che si consumò letteralmente d ‘amore annichilendo il proprio corpo fino a che non rimase altro che un sussurro, l’eco appunto, anche chi soffre di questa sindrome consuma buona parte della propria vita, energia e parole rievocando il narcisista che le ha deluse.

Le conseguenze di questa Sindrome possono essere gravose, prima di tutte la perdita nella capacità di difendersi in modo “sano” dall’altro e la difficoltà di investire in modo spontaneo in un rapporto amoroso.

La “responsabilità” di Eco

La diffusione di contenuti riguardanti Narciso, se da una parte facilita l’informazione e la comprensione di dinamiche all’interno delle relazioni, dall’altra ostacola il processo di guarigione della persona con problematiche di Dipendenza Affettiva.

Infatti, si assiste ad una proliferazione di persone che, nell’osservare e analizzare le proprie relazioni, spesso disfunzionali, tendono ad attribuire la responsabilità e la “colpa” della loro insoddisfazione all’altro: a “Narciso”.

Ora, se è vero che la relazione con i “Narcisisti” presenta grosse difficoltà per diversi motivi, è anche vero che il “Narcisista” è tale a causa di problematiche affettive passate, che forse non sentirà mai il bisogno di affrontare: ma non è possibile “colpevolizzarlo” per tale motivo.

Spesso, dietro questo atteggiamento di “colpevolizzazione dell’altro” si cela piuttosto un’incapacità di farsi carico delle proprie responsabilità: ci si nasconde dietro le “colpe” dell’altro per non dover guardare sé stessi. Così rabbia, lamentele, rimuginii prendono il posto di un sano ascolto dei propri bisogni e di una scelta consapevole. Così facendo, infatti, ci si nasconde dall’altro e da se stessi, non permettendosi di entrare in contatto con le proprie parti sofferenti e ferite.

Leggi anche: L’amore per sé stessi non va in saldo

Due facce della stessa medaglia

Eco e Narciso, infatti, rappresentano le due facce di una stessa medaglia, accomunati entrambi dal nascosto rifiuto di un legame profondo. Vogliamo dunque restituire dignità ad una problematica di pari importanza a quella di Narciso, e trattarla con la dovuta attenzione.

Dunque, oggi, per noi, la protagonista è Eco.

“Poco importa sapere dove l’altro sbaglia, perché lì non possiamo fare molto.

È interessante sapere dove sbagliamo noi stessi, perché lì si può fare qualcosa”.

Carl Gustav Jung

La Sindrome di Eco e la Dipendenza Affettiva

Proprio a partire dal mito di Ovidio, possiamo trovare forti analogie tra il personaggio di Eco e la persona con problematiche di Dipendenza Affettiva, già analizzate nel precedente articolo.

La relazione Eco-Narciso è una relazione basata sul “bisogno”, sul rispecchiamento, sulla dipendenza: è un incontro tra pura identità e pura alterità, tra un “riflesso visivo” e un “riflesso acustico”, tra “grandiosità” e “vergogna”.  (e in latino l’eco si dice “Imago vocis”, come fa notare Umberto Curi nell’intervista “Amore e conoscenza: il mito di Narciso”)

Lo scambio e la comunicazione sono apparenti poiché è impossibile vedere ed amare l’altro per quello che è. Ben presto, dunque, emerge insoddisfazione e se non si agisce per modificare la situazione, ben presto emergono i sintomi che vanno a definire la Sindrome di Eco.

Come guarire dalla Sindrome di Eco?

È importante, per queste persone, una volta riconosciuta la disfunzionalità del proprio rapporto, darsi degli strumenti per proseguire il proprio percorso di guarigione focalizzato sulla “ricentratura” verso se stessi e il superamento di una rabbia distruttiva spesso alimentata da informazioni inadeguate.

Uscire dalla caverna del rancore e della de-responsabilizzazione è necessario per ritrovare la serenità e fiducia nell’amore di cui tutti abbiamo necessità.

Maria Chiara Gritti: Psicologa e psicoterapeuta a Bergamo, esperta nel trattamento della dipendenza affettiva, da anni conduce gruppi terapeutici sulla love addiction. Ideatrice di un percorso di guarigione innovativo sulla dipendenza amorosa, tiene corsi di formazione rivolti a psicologi per diffondere l'applicazione del suo metodo di intervento. www.psicologobergamo.com
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