Il blog dedicato alle New Addiction

Arte e Terapia

Encanto: salvarsi dal peso delle aspettative

Encanto, nuovo film d’animazione del 2021 diretto da Byron Howard e Jared Bush, racconta di una famiglia speciale le cui radici affondano nella storia di Alma Madrigal, nel film chiamata “Abuela” che significa nonna, che durante la fuga da un conflitto armato perde il marito Pedro ma salva i suoi tre figli gemelli neonati Julieta, Pepa e Bruno. In quel momento una candela si illumina generando un miracolo, una casa magica che proteggerà la famiglia Madrigal e gli abitanti del villaggio Encanto, nato tra le montagne erette dal dono magico appena ricevuto.

“Abuela” Alma scoprirà nella casa la presenza di porte magiche che durante l’infanzia dei figli e in seguito dei nipoti, sveleranno i talenti dei quali i componenti di questa famiglia sono dotati.

Le qualità dei Madrigal verranno messi a disposizione del villaggio di Encanto per renderlo sempre più forte e florido.

In ogni famiglia ciascuno ha il suo ruolo

Il film illustra un concetto fondamentale della terapia ad orientamento sistemico-familiare: in ogni famiglia ciascuno svolge un ruolo “particolare”.

“Lei che ruolo ha svolto nella sua famiglia di origine?”

è una delle domande che gli psicoterapeuti sistemici rivolgono ai propri pazienti per comprendere quale “compito” hanno assolto nel proprio contesto familiare.

Il ruolo può aver aiutato la persona a differenziarsi dagli altri componenti trovando un modo di esprimere il proprio talento e la propria predisposizione ma può diventare anche una “gabbia” dalla quale può divenire difficile liberarsi.

Questo è ciò che accade anche nella famiglia Madrigal. Ciascuno ha un potere particolare.

Julieta è capace di influenzare le condizioni atmosferiche determinando il clima del villaggio, Pepa è capace di curare le ferite nutrendo le persone con il cibo da lei cucinato e Bruno è capace di prevedere il futuro.

Anche i nipotini di Alma hanno talenti unici.

Lisa è la nipote “forte” capace di reggere tutti i pesi e le fatiche, Isabel è la nipote “perfetta” e piena di grazia, Dolores è capace di percepire qualsiasi suono, Camilo può trasformare il proprio aspetto e Antonio può comunicare con gli animali che abitano nel villaggio.

Tutto il paese di Encanto ammira questa famiglia eccezionale alla quale è grato per come si adoperano mettendo a disposizione i loro poteri.

In questo scenario favoloso, l’unico personaggio che “sembra” non aver alcun talento è Mirabel, la protagonista.

Mirabel: l’occasione che non viene colta

Mirabel, durante la cerimonia organizzata per rivelare al villaggio il proprio talento, spiazzerà tutti poiché la porta dinanzi a lei, che avrebbe dovuto illuminarsi e aprirsi svelando la sua dote, scomparirà risucchiata dalla casa lasciando credere agli abitanti di essere l’unica della famiglia Madrigal senza poteri.

La nonna rimarrà profondamente turbata da questo evento e non riuscirà a cogliere il messaggio nascosto in quella infausta profezia.

Mirabel rappresenta l’occasione per la capostipite di interrogarsi su cosa stia accadendo alla sua famiglia ma il timore di entrare in contatto con la fragilità che sta cominciando ad intaccare la stirpe, la spinge a dare una lettura erronea limitandosi a considerare la nipote solo come “quella senza talento”, una vergogna e un pericolo per la famiglia stessa.

La nonna Alma, accecata dalla sua missione di tenere accesa la fiamma della candela e con essa il prestigio della famiglia, non riuscirà a guardare Mirabel con occhi capaci di cogliere il suo talento, che nella parte finale del film verrà rivelato.

Encanto comincia a mostrare le sue “crepe”

Uno dei primi talenti di Mirabel consiste nel riuscire a dare voce alle “crepe” della casa e della sua famiglia.

Durante la cerimonia del piccolo Antonio, Mirabel grida dinanzi a tutto il villaggio di aver visto delle crepe nella casa ma la nonna, terrorizzata all’idea che la casa potesse crollare e che gli abitanti potessero cessare di credere nella forza di questa famiglia, negherà la realtà urlata da Mirabel invitandola a zittirsi e a mettersi da parte per non creare problemi.

Ma le crepe esistono realmente e da quel momento cominciano a manifestarsi sempre di più.

Le crepe sono le fragilità della famiglia che i vari personaggi confidano in segreto a Mirabel 

La sorella Lisa le rivela di non riuscire più a reggere il peso delle aspettative come ben esprime nella canzone “La pressione sale”.

I pesi che prima sollevava senza fatica cominciano ad essere troppo faticosi e con queste parole rivela la paura di perdere l’identità ormai strettamente intrecciata con il proprio ruolo.

“Dietro il mio aspetto c’è un prezzo che mi è imposto, il talento mi ha costretto

Si ode un crac, rumore che fa

La schiena che si spezza, non ce la farà

E sale la pressione e non conosce stop,

Sta pesando sempre più, sto per fare pop,

Dai a tua sorella ogni peso grosso

Ha la forza immensa di un colosso

Non saprei che fare, chi diverrò

Se cadrò?”

Anche la sorella Isabel, che incarna il ruolo della perfettina, rivela a Mirabel quando sia doloroso dover essere sempre la più bella e in tale circostanza intona una canzone che si intitola “Cos’altro farò?” nella quale rivela il suo desiderio di essere libera.

“E se seguissi il mio cuore non temendo alcun errore?

Vorrei non fosse necessario fare tutto perfetto

Avrei modo così di esprimermi”.

Mentre canta la canzone i petali di rose che di solito emana si tramutano in cactus pieni di spine che simboleggiano la possibilità di esprimere una parte di sé, quella trasgressiva e ribelle, a tutti celata.

Mirabel è il personaggio che ascolta e stimola la sua famiglia a poter raccontare la propria parte spaventata e vulnerabile.

Bruno e Mirabel: gli eroi della famiglia

La verità della famiglia che Mirabel riesce a smascherare era già stata predetta in passato da Bruno, figlio maschio di “Abuela” Alma che, dopo la visione delle crepe della casa rivelata alla madre, decide di scomparire e nascondersi da una famiglia che non sembra pronta ad ascoltare la verità come svela un’altra canzone del film intitolata “Non si nomina Bruno” che esemplifica l’impossibilità dei Madrigal di entrare in contatto con la voce della verità.

Bruno sceglie di condurre la sua esistenza nascosto tra le mura di casa rattoppando in segreto le crepe della casa che si fanno sempre più profonde.

Sarà Mirabel ad andare a cercarlo e a condurlo fuori dal suo nascondiglio.

Lo inviterà ad utilizzare il suo talento di prevedere il futuro per comprendere come poter salvare la famiglia che nel frattempo sta andando in pezzi.

La liberazione di “Abuela” Alma e di Encanto

Il tentativo di Mirabel di salvare la famiglia liberando i vari personaggi dei ruoli che li stavano ingabbiando, viene osteggiato dalla nonna che non riesce a comprendere il senso della sua opera ovvero quella di rivelare la fragilità sulla quale si stava reggendo la casa e la famiglia.

I tentativi della nonna di osteggiare l’impresa della nipote faranno crollare la casa ma proprio grazie alla caduta della magica abitazione, la nonna riuscirà ad aprire gli occhi sulla verità e a comprendere che l’amore che aveva generato il miracolo anni prima, si era spento dentro di lei facendo cessare anche l’incanto della sua famiglia.

La riconciliazione con la nipote Mirabel e poi con il figlio Bruno libereranno anche nonna Alma dalla sua missione salvifica e la ricondurranno all’unica cosa realmente importante: l’accettazione della sua famiglia.

Il vero talento: l’autenticità e la capacità di accogliere la vulnerabilità

Dopo aver liberato la nonna, Mirabel invita la famiglia a ricostruire la casa e la famiglia su nuove fondamenta.

Anche gli abitanti del villaggio di Encanto accorreranno in aiuto in segno di gratitudine di ciò che la famiglia Madrigal ha sempre fatto per loro, dimostrando quanto sia importante la solidarietà.

Quando la nuova casa sarà completata grazie all’aiuto di tutti, Mirabel viene invitata dalla famiglia ad aprire la nuova porta d’ingresso inserendo il pomolo nell’uscio.

In quell’istante la protagonista scoprirà il potere speciale in lei rimasto celato: la capacità di tenere la propria famiglia unita consentendole di essere autentica.

Tutto ciò renderà la famiglia Madrigal nuovamente magica e la candela del vero amore tornerà a brillare in una famiglia che sembrava aver smarrito la luce.

Tutti i personaggi da quel momento potranno esprimere i propri talenti senza esserne schiavi e non dovranno più nascondere la propria vulnerabilità, una parte preziosa che consente a ciascuno di loro di essere più vero e ancora più forte.

 


Psicologa e psicoterapeuta a Bergamo, esperta nel trattamento della dipendenza affettiva, da anni conduce gruppi terapeutici sulla love addiction. Ideatrice di un percorso di guarigione innovativo sulla dipendenza amorosa, tiene corsi di formazione rivolti a psicologi per diffondere l'applicazione del suo metodo di intervento. www.psicologobergamo.com


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.