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Arte e Terapia

Viola e il Blu: e tu di che colore sei?

Ecco un libro che ha saputo dipingere l’anima

Immaginate di fronte a voi due scatole, una dal coperchio rosa, l’altra dal coperchio blu; scatole che custodiscono due mondi: le “cose” delle bambine e le “cose” dei bambini.

Oltre il colore, al loro interno altre tantissime maschere: quelle della forza, dell’indipendenza, quella che non piange mai, quella che gioca solo con le macchine e le pistole, quella che invece si approccia solo a bambole e cucine, ma soprattutto, le maschere delle maschere, rispettivamente eccole lì: tutta rosa la maschera della brava bambina; e tutta blu quella del bravo bambino!

In ogni parte del mondo però c’è un bambino che di stare in quella scatolina messa appunto per lui proprio non ne vuole sapere e così si mette alla ricerca di una scatola tutta sua, prendendo pezzetti qua e là, seguendo solamente il criterio del: mi piace!

Sono bambini coraggiosi, che affrontano a viso aperto una paura antichissima: quella di non essere come li vorrebbero gli altri!

Questi bimbi si alzano in piedi e non ci credono che il mondo sia tutto lì, in quelle due scatoline già costruite; sono curiosi e sono motivati a spingersi oltre, hanno dentro di loro l’audacia dell’esploratore, e la creatività dell’artista.

Queste scatole sono descritte dalla vivida penna di Matteo Bussola che, intitola il suo libro “Viola e il Blu”. Un racconto straordinario che si snoda tra i tanti perchè degli stereotipi di genere.

Un libro che celebra l’importanza e la bellezza dell’essere autentici; il coraggio di essere se stessi nonostante i nasi arricciati degli altri, un invito a riflettere su quanto il rispetto verso il prossimo sia la chiave del benessere personale e sociale più profondo.

Vi racconto la storia del Rosa e del Blu

Viola, la protagonista di questo racconto, proprio non si riconosce nel rosa, infatti il suo colore preferito è in assoluto il blu.

I suoi occhi da bambina ancora non sanno osservare cosa ci sia dietro questi colori e il perché le sue preferenze in fatto di tonalità e giocattoli siano così discutibili agli occhi degli altri, tanto da reputarla proprio una bambina difficile.

Per questo motivo, chiede al suo papà spiegazioni, soprattutto perché lui è un pittore e chi meglio di un artista può intendersi di colori?

Tra domande e perché Viola scopre dal suo papà che il rosa, un tempo, era soprattutto il colore dei maschi, perché era una sfumatura del rosso e il rosso era proprio il colore dei guerrieri! Incarnava la forza, la determinazione e il coraggio.

Viola scopre addirittura, che ai tempi dell’Impero Romano, gli uomini con gli occhi azzurri venivano discriminati e visti come poco virili, proprio perché il blu, un tempo, era il colore più associato alla femminilità!

Le sue sfumature, soprattutto tra i pittori, rimandavano alla grazia, all’accoglienza, alla dolcezza e alla bellezza.

Tra le tonalità di questi colori insomma, si celavano caratteristiche desiderabili per un maschio o una femmina. 

Ognuno al suo posto

Viola scopre anche che un tempo le donne avevano un posto, quel posto era la casa, tutti gli altri posti spettavano agli uomini, loro potevano andare dove volevano.

Perché questa disparità? …chiederà Viola

Perché un tempo, la forza dei muscoli (spiega il suo papà)  era considerata la più importante di tutte e per questo agli uomini, molto più muscolosi, veniva dato il potere di decidere tutto quanto.

Da sempre sono i più forti a decidere le cose e allora i maschi si sono convinti poco a poco di poter comandare le donne, di poterle ritenere una loro proprietà, di poter loro proibire sempre più cose, per tenerle al loro posto.

Le donne allora, incastrate in un posticino troppo piccolo si sono convinte, non avendo altre possibilità, di poter vivere solo avendo un uomo al loro fianco che le proteggesse o le salvasse, proprio  come raccontano tantissime favole.

Infatti il matrimonio è stato considerato per moltissimo tempo la sola salvezza delle donne.

Quando le donne si ribellavano al posticino che gli uomini gli avevano preparato, quando non accettavano di farsi comandare, quando osavano pensare di poter decidere e far valere i propri diritti ecco che venivano considerate delle spaventose e bruttissime streghe.

Cosa è una strega?
Una strega è un simbolo, è il simbolo delle donne libere! Di quelle che non si fanno dire cosa fare o come essere … quelle di cui gli uomini hanno sempre avuto moltissima paura.

Avere un posto… e perchè? Non si può andare dove vuole?

Certo che sì, oggi ognuno è libero di andare dove vuole, anche grazie a quelle streghe che hanno saputo aprire nuove strade.

Ma lungo il cammino è possibile e anzi, molto probabile, incontrare qualcuno che si sentità in diritto di dire che non siamo sulla strada corretta, che quel percorso non ci appartiene, che quel posto non ci spetta e che per questo non potremo mai giungere a quella meta.

E cosa fare in questo caso?

Semplice, spiega il papà di Viola, non bisogna permettere a nessuno di dirci che non possiamo fare ciò che ci piace, che ci appassiona e gratifica, di spegnere in noi quella luce che ci spinge a cercare nuovi contenitori in cui mettere i nostri sogni, obiettivi, desideri.

Sogni, obiettivi, desideri chiedono energia, movimento e soprattutto scombussolamento di pancia, è proprio lì, mischiando i due colori (rosa e blu) che nasce Viola.

Altre volte il motore che ci muove non ha le belle tonalità dei nostri sogni, ma è dipinto da una pennellata decisa di paura.

Una paura immensa, che accomuna e accompagna ogni essere umano dalla più tenera età è quella di non essere come ci vorrebbero gli altri.

Questa paura condiziona enormemente tutti quanti, spinti dal pensiero che non essendo come ci desiderano non potremo essere meritevoli d’amore, d’attenzioni, d’affetto, di ascolto e comprensione.

Una vera e propria prigione, in cui in realtà, ci auto segreghiamo! A volte gettando dietro alle nostre spalle la chiave, rassegnandoci ad essere come vorrebbero gli altri, portando un fardello pesantissimo: quello del dover essere.

La chiave per uscire della scatola preconfezionata per noi esiste?

La paura ci parla raccontandoci del pericolo e allora scegliamo naturalmente quel posto che ci sembra un luogo sicuro, in cui poter stare. 

Può capitare che in quel posto, tendendo l’orecchio oltre la paura, sentiamo che non ci piace stare lì, che i nostri nuovi compagni sono diventati tristezza, frustrazione, rabbia, a volte perfino disgusto e che dentro di noi qualcosa cerca di farsi sentire a gran voce… dobbiamo solo capire, in tutto questo frastuono, cosa ci vuole dire. 

A orecchio attento nell’ascolto di sé, troviamo un altro linguaggio, ancora più antico ma straordinariamente semplice: l’autenticità. 

Eccola la chiave per la via d’uscita! 

Solo trovando e conoscendo se stessi, quindi, sarà possibile costruire la propria scatola e riempirla di tutto ciò che ci piace e ci rende felici, soprattutto d’amore. 

Sì, perché il segreto dell’amore si cela proprio dietro l’autenticità: quando una persona è  autentica significa che non si tradisce, significa che non mente a se stessa, che si rispetta. In questo modo può accedere all’amore per sé e può concedere agli altri la propria straordinaria compagnia, quella che riempie e non toglie, preparando così il terreno per ricevere in cambio quella degli altri. 

Viola, la libertà e il super potere

Viola è una bambina difficile, ma è una bambina estremamente fortunata; le han concesso il super potere di osservare il mondo con i propri occhi, di sperimentare, esplorare e decidere cosa le piace veramente e cosa invece no.

In questo modo sa avvicinarsi agli altri con una sensibilità grandiosa, sa comprendere dal profondo il significato del rispetto, ma soprattutto sa costruire, dalle sue risorse, la piattaforma di lancio per ogni suo sogno o desiderio… e questo la renderà immensa! 

Nessuno sa se sarà felice, se avrà un lavoro appagante, se incontrerà un amore da vivere e condividere, ma di certo sappiamo che Viola non è rosa, né blu.. è Viola e in mezzo al mondo, il suo essere contribuirà a dare un tocco di colore in più alla tela più straordinaria di tutte: quella della vita. 

E’ una gioia senza pecche scoprire un’anima pura. Sono anime che somigliano ai primi libri dei bambini: contengono poche parole e sono piene di colori.” (Christian Bobin)


Tirocinante post laurea presso Dipendiamo- Centro per la cura delle New Addiction.Ho conseguito la Laurea Magistrale in Psicologia Clinica all’Università degli Studi di Bergamo. Tra le mie esperienze lavorative più significative: Tutor DSA/ADHD, servizio civile all’interno di una comunità psichiatrica di media protezione.


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