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Le 5 fasi di guarigione dalla Dipendenza Affettiva spiegate con la musica

Le 5 fasi di guarigione dalla Dipendenza Affettiva spiegate con la musica | Dipendiamo.blog

Come probabilmente avrete già letto nella pagina dedicata alla terapia per la cura della Dipendenza Affettiva, attraverso il protocollo di cura DipendiAmo, nel percorso individuale vengono previsti step specifici finalizzati ad intervenire su punti particolari che permettono la guarigione dalla dipendenza affettiva: possiamo denominarle le fasi di guarigione dalla dipendenza affettiva:

  • prima fase: gestione dell’ossessione verso la relazione
  • seconda fase: comprensione delle origini del disagio
  • terza fase: riappropriarsi della propria vita
  • fase di rinforzo: rinforzo delle competenze acquisite e di monitoraggio in caso di ricadute

Con questo articolo voglio potervi spiegare queste fasi di guarigione dalla Dipendenza Affettiva attraverso la musica, in particolare attraverso l’ausilio di 5 canzoni e, attraverso una chiave di lettura del testo, come il loro significato sia in sintonia con gli obiettivi posti in ogni fase di guarigione.

La paura dell’abbandono dei dipendenti affettivi

Per questa fase la canzone che meglio descrive uno dei più forti problemi che vive una persona che soffre di Dipendenza Affettiva – la paura dell’abbandono – è “Io che non vivo senza te” di Pino Donaggio.

Descrizione di “Io che non vivo senza te”

La storia parla di un uomo e di una donna, probabilmente sposati, che convivono. Una sera il protagonista si accorge di alcuni comportamenti dell’amata, comportamenti ambigui, che percepisce come minacciosi nei confronti del loro equilibrio coniugale. Inizia allora a manifestare un forte disagio legato alla paura di essere abbandonato.
Cerca invano di convincersi che, nonostante le sue paure, niente e nessuno potrà mai dividerli. Anche solo l’idea di questa separazione lo fa disperare, perché egli si rende conto di non poter vivere nemmeno un’ora senza di lei, figuriamoci una vita intera.

La paura dell’abbandono lo fa diventare più geloso e quindi possessivo, mentre il desiderio di controllarla diventa sempre più forte.

Interpretazione del testo di “Io che non vivo senza te”

Chi soffre della paura dell’abbandono si ritrova spesso angosciato in un vorticoso delirio di paranoia e di gelosia

“Siamo qui soli, come ogni sera, ma tu sei più triste”.

La proiezione delle proprie angosce sull’altro risveglia anche l’insicurezza e la paura di non essere “abbastanza qualcosa”: bello, forte, desiderabile, intelligente

“Forse tu vuoi dirmi che non sei felice, che io sto cambiando e tu mi vuoi lasciar”.

Questi comportamenti sono tipici dei dipendenti affettivi, che, non appena avverte una minaccia o un cambiamento nella situazione della coppia, si aggrappa sempre di più a ciò che lo fa sentire apparentemente tranquillo: il possesso dell’altro, “Sei mia”.

La gelosia allora cresce, poiché ogni persona che, dal suo punto di vista, si mette in mezzo fra loro, diventa un pericolo

“Mai niente, lo sai, separarci un giorno potrà”.

Così il dipendente affettivo pensa di poter controllare la vita dell’altro. La paura di essere abbandonato lo costringe a dover dimostrare sempre più amore. Questo agire lo svuota. Entra così in una contorta richiesta di attenzioni “Io che non vivo più di un’ora senza te”, si tratta di un tentavo vacuo di adulare il partner per farlo sentire in colpa. In questo modo il dipendente si illude di non restare mai solo.

Scopri la prossima fase, che parla della introspezione interna per comprendere cosa ha scatenato la dipendenza affettiva: le ferite d’infanzia. Clicca in basso per continuare la lettura!

La seconda fase di guarigione si pone l’obiettivo di intraprendere un viaggio di esplorazione della storia familiare, tra cui soprattutto si analizza il rapporto con il proprio padre. Per questo la canzone scelta è “Gli uomini non cambiano” di Mia Martini

Descrizione di “Gli uomini non cambiano”

La canzone racconta la storia di una donna, non più ragazza, che inizia fare un bilancio della propria esistenza.
Si rende conto che molte delle sue sofferenze dell’età adulta sono direttamente connesse a quelle della sua infanzia.

Precisamente, al rapporto con il padre (complesso di Elettra).

Questo la porta a credere che tutti gli uomini siano come il padre ma non solo, si convince che “diventando un pò più dura” potrà proteggersi dal soffrire.

Interpretazione del testo di “Gli uomini non cambiano”

Il testo di questo brano è molto ricco. Ogni frase meriterebbe un commento.
Tuttavia, poiché abbiamo scelto questa canzone come secondo step esplicativo del percorso di guarigione dalla dipendenza affettiva, svilupperemo come tema portante: le ferite dell’infanzia.

Nell’infanzia la protagonista si innamora di un padre che non ricambia il suo affetto, ma anzi giudica la figlia come inadatta

“Per lui sbaglio sempre e sono la sua figlia sgangherata”.

Questo rifiuto genera in lei la falsa convinzione per cui l’amore va meritato

“Ho provato a conquistarlo ma non ci sono mai riuscita”.

Il donarsi totalmente e/o cambiare per farsi accettare dal padre, non porta ad alcun risultato positivo, questo fallimento genera in lei rabbia e frustrazione

“Ed ho lottato per cambiarlo, ci vorrebbe un’altra vita”.

Questa ferita cresce nel tempo.

Nell’adolescenza, la protagonista applica lo stesso schema fallimentare nelle relazioni di coppia. Inizia così a collezionare una serie di rapporti sbagliati, che le fanno credere sempre più fortemente che

“Gli uomini non cambiano, […] ti uccidono e con gli amici vanno a ridere di te […] Tu piangi mille notti di perché […] A sognare di andar via, con il primo che ti capita e che ti dice una bugia”.

Nel brano viene riportato in modo esplicito l’incastro di coppia tra la dipendente affettiva e il narcisista

“Prima parlano d’amore e poi ti lasciano da sola”, “Ti danno tutto quello che non vuoi”.

Questo avviene perché la protagonista è insicura ed ha bisogno di continue conferme da parte del partner; le stesse che non ha ricevuto dalla figura paterna.

Il fatto di non conoscere il proprio valore la porta a sbagliare partner. Svalutando se stessa si accontenta di un amore briciola.

Tuttavia, nel finale qualcosa cambia. Grazie al lungo lavoro di introspezione, la protagonista riconosce che non tutti gli uomini sono come suo padre.

Questo la porta ad incontrare un uomo diverso, ma non solo, a riconoscerlo come tale e ad amarlo in modo sano.

La fase successiva è quella che prevede di aiutare a riappropriarsi della propria vita, affrontando le proprie paure aumentando l’autostima: la presa di coscienza della dipendente affettiva. Clicca in basso per continuare la lettura!

La terza fase di guarigione implica rendersi conto di essere Dipendente Affettiva. Solo da questo momento in poi è possibile lavorare per riappropriarsi della propria vita, dei propri spazi e della propria rete. Per questo la canzone scelta è caduta su “Un’emozione da poco” di Anna Oxa

Descrizione di “Un’emozione da poco”

Il brano parla di una donna che improvvisamente si rende conto di aver donato amore alla persona sbagliata.
Come emersa da un lungo stato di torpore, capisce che quest’uomo non la ama. La presa di coscienza del rapporto sbilanciato la conduce verso la guarigione.

Capisce dunque che aldilà della paura e della confusione vi è un’altra possibilità: l’amore di sé.

Interpretazione del testo di “Un’emozione da poco”

Nel brano viene illustrato l’incastro relazionale tra la dipendente affettiva, che offre tutta se stessa all’amore, e il narcisista che invece non deve chiedere niente

“Uno che non si è mai sentito finito, che non ha mai perduto mai, per me, una canzone”.

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Nella canzone vi sono due parti ben distinte; da una parte c’è la protagonista che svende il suo amore, dall’altra c’è il narcisista che si nutre della sua devozione e continua a condurre la sua vita come se lei non esistesse

“Dare amore a un uomo senza pietà […] Per me più che normale, che un’emozione da poco mi faccia stare male, […] Non vedo più a che punto sta, la netta differenza fra il più cieco amore e la più stupida pazienza”.

Quest’ultima frase è indicativa del malessere della donna che però finalmente reagisce, anche con rabbia, di fronte all’ingiustizia che, dal suo punto di vista, sta subendo.

Questa nuova consapevolezza le fa comprendere che anche lei ha giocato un ruolo in questo incastro. E grazie alla propria razionalità finalmente può rompere questo schema che l’ha fatta tanto soffrire

“C’è una ragione che cresce in me, e l’incoscienza svanisce”.

Così può crescere nel suo ruolo di donna forte e consapevole, non più disposta ad accettare l’incoerenza di un amore che la indebolisce e le ruba tempo.

Finalmente può abbandonare l’abitudine che la fa sempre stare appesa nell’attesa della dimostrazione d’affetto dell’altro.

Continuiamo il nostro percorso con l’avvicinamento alla guarigione, ad allontanarci dalla Dipendenza Affettiva: il perdono come un balsamo. Clicca in basso per continuare la lettura!

La quarta fase di guarigione vuole allontanare la Dipendenza Affettiva attraverso il rafforzamento dell’autostima. Una persona dipendente affettiva che vuole liberarsene deve perdonare innanzitutto se stessa, solo in questo modo può cominciare ad amarsi di nuovo. Per questo ho scelto la canzone “Imparare ad amarsi” di Ornella Vanoni feat. Bungaro, Pacifico & Chiodo

Descrizione di “Imparare ad amarsi”

“Imparare ad amarsi” è una canzone piena di saggezza. La saggezza di una donna che ha saputo fare tesoro dell’esperienza. Infatti, il suo sguardo è uno sguardo cauto, amorevole, sia nei riguardi di se stessa che nei confronti della vita. La rabbia ha lasciato lo spazio ad una nuova emozione: il perdono.

La protagonista, avendo acquisito maturità ed esperienza, riesce finalmente a vedere la dualità della vita e ne apprezza proprio il presente, poiché capisce che è quello il momento da valorizzare.

E con fiducia mantiene vive dentro di lei tutte le sue parti: la parte bambina, la parte adulta e la parte saggia.

Interpretazione del testo di “Imparare ad amarsi”

In questo testo vi sono molti temi importanti, come ad esempio la danza tra gioia e tristezza – dualità della vita – la fiducia negli eventi – come se ci fosse un grande disegno a cui affidarsi, l’alternanza tra la leggerezza dell’infanzia e la saggezza della maturità, il voler vivere appieno ogni emozione senza attaccamento

“Bisogna imparare ad amarsi […] bisogna imparare a lasciarsi”

In questo brano il perdono gioca un ruolo principale, poiché la protagonista, avendo affrontato molte difficoltà, sa scegliere l’amore invece dell’inaridimento.

Questa scelta coraggiosa la porta a districare i suoi nodi, come si fa con un balsamo. Il perdono diventa quindi il balsamo della sua esistenza

“Libero cuore, hai preso dolcezza da ogni dolore”

La protagonista decide di andare oltre il dolore, mantenendosi curiosa e sempre pronta a meravigliarsi

“Conservo l’infanzia, la pratico ancora”; pur coltivando la propria femminilità, “La seduzione mi affascina sempre”.

Infine, la felicità, viene personificata

“E in fondo sentire che esisti felicità, abbracciami ancora una volta, mi basterà”

questo dialogo con essa ci fa capire che la felicità è qualcosa che vive dentro di lei, e che vi è un incontro e/o un dialogo fra le parti che formano la sua persona.

La frase “Mi basterà” ci rimanda alla fame d’amore. In tal senso ella è libera dalla Dipendenza Affettiva. Non andrà più alla ricerca della felicità al di fuori di sé, perché è consapevole, oggi, di aver già nel suo cuore, la forza dell’amore.

Terminiamo il nostro viaggio con la fase di rinforzo, cioè la capacità acquisita di poter affrontare di nuovo la nostra vita con serenità, senza più restrizioni: l’apertura alla vita. Clicca in basso per continuare la lettura!

Bisogna tornare a vivere. È questo l’unico obiettivo che ci può aiutare durante tutto il percorso a superare la Dipendenza Affettiva. Per questo ho scelto la canzone “Ogni istante” di Elisa

Descrizione di “Ogni istante”

Questa canzone di Elisa, offre un bellissimo scenario, poetico e positivo, di ciò che accade quando si sceglie la luce della speranza all’oscurità dell’inaridimento.

Attraverso un lungo cammino, complesso e tortuoso, la protagonista vince le paure e scopre una nuova parte di sé.
Liberata dalle ferite del passato, può finalmente assaporare la vita, scegliendo, per l’appunto, di viverla, completamente.

Interpretazione del testo di “Ogni istante”

Già all’inizio della canzone la protagonista ci offre degli ingredienti preziosi per il nostro cammino di crescita

“Scegliere che ci sia luce nel disordine […] Spingersi oltre al limite. Non pensare sia impossibile”.

Ci dice che per trovare l’equilibrio occorre il caos, occorre far emergere ogni emozione nascosta, per osservarla e comprenderla

“Se si può tremare e perdersi è per cercare un’altra via nell’anima”.

La sua visione luminosa vuole trasmettere la speranza: c’è sempre una soluzione creativa al dolore. E la soluzione che troveremo illuminerà la strada

“Strada che si illumina”, supererà la paura “La paura che si sgretola”

perché la nostra soluzione racconta la nostra verità. La verità del nostro cuore. Questa libertà diventa forza e consapevolezza

“Questa vita tu vuoi viverla”.

Quello che a volte succede è che noi dimentichiamo il nostro valore

“Perché il mondo può anche illuderci che non siamo dei miracoli”

Nessuno può sminuirci o abbassarci.

Questo ci fa sentire fragili e soli, ma cercando dentro di noi possiamo trovare la nostra “Via nell’anima”.

E quella via è il nostro coraggio e la forza del nostro cuore.

La verità è che noi possediamo già quanto occorre per essere felici. Noi siamo esseri speciali. Questa è l’unica verità che merita di essere ascoltata. Questa è la nostra verità.

Camilla Passani: Curatrice della Sezione "Arte e Terapia". Cantante e compositrice, ha frequentato il Conservatorio specializzandosi in canto lirico. Nella Musica ha scoperto la propria forma d'arte ma soprattutto d'espressione, potendo dare, tramite la composizione, una vera voce alle proprie emozioni. La Musica è generosa con chi sa ascoltare. Amo nutrire la mia anima camminando nel cuore, che batte al ritmo della vita e danza esprimendo gioia e libertà. Canale YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCG_2yyIP6eqGsaM3QKzDvBA/videos
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