Vita stretta, fianchi larghi, ma soprattutto glutei tondi. E pieni. Grandi, più grandi, enormi. Il fenomeno Brazilian Buttock Lift ha origine in Brasile qualche anno fa e rapidamente conquista gli Stati Uniti e l’Europa. Ma in cosa consiste, perché questo fenomeno è dilagato e soprattutto, quali sono le conseguenze nella vita reale e sui social?
Il fenomeno Brazilian Buttock Lift
Il viaggio delle giovani e meno giovani che decidono di farsi aumentare il volume del fondoschiena inizia dal tentativo di conformarsi a un canone estetico mediterraneo, brasiliano appunto, che premia il volume dei glutei, del seno, delle labbra. Capelli biondi o mori, ma rigorosamente lunghi, tacchi o sneakers, purché i pantaloni siano fascianti e lascino l’ombelico scoperto. Shorts, minigonne, trucco pesante.
Tutti richiami esplicitamente sessuali, ottenuti a un costo relativamente contenuto, perché ormai la mastoplastica additiva, il filler per le labbra e altri interventi di routine possono costare poche migliaia di dollari a pacchetto completo e addirittura la chirurgia additiva dei glutei, la Brazilian Buttock Lift, è la meno cara di tutte.
Perché, nella sua formula originaria, prevede una liposuzione dal ventre, dalla schiena e dalle maniglie dell’amore e una successiva iniezione del grasso della stessa paziente nei glutei. Poi sono anche arrivate le protesi in silicone, ma la liposuzione con successiva iniezione dello stesso grasso è più economica e assicura il vitino fine, canone irrinunciabile per le BBL addicted.
BBL addicted: una vera e propria maschera
E infatti possiamo parlare di vera e propria dipendenza dall’immagine della Brazilian Girl, che non solo deve soddisfare gli sguardi degli sconosciuti per la strada, ma deve soprattutto costruirsi il proprio olimpo personale sui social media, Instagram innanzitutto, dove le BBL influencer arrivano a collezionare un milione di follower.
L’imperativo della BBL influencer è mantenere inalterata, giorno dopo giorno, la “persona” attraverso cui virtualmente si interfaccia con altre “personae” su Instagram, per confermare a se stessa e ai suoi finanziatori (case di cosmetici, centri commerciali, linee di abbigliamento) il primato della maschera mediatica su quello dell’esperienza di vita quotidiana.
La “persona”, nel teatro latino classico, era la “maschera” indossata dall’attore (rigorosamente uomo) sulla scena sia della tragedia che della commedia. La sua funzione era mostrare l’emozione di base del personaggio, facendo vedere l’espressione del viso a grande distanza, e amplificare la voce, in modo da farla risuonare chiaramente nell’arena.
Non per nulla, alcuni dei risuonatori naturali nel viso umano si chiamano appunto “maschera”.
Brazilian Buttock Lift: le “maschere” dell’era moderna
Lo strumento Instagram, a secoli di distanza, ci mette paradossalmente nelle condizioni dell’attore classico: parlare a una folla oceanica che ti sta a sentire e ti guarda non per quello che sei, ma per quello che esprimi attraverso la maschera, questa identità amplificata che funziona solamente sulla scena, allora reale, ora virtuale.
La differenza tra allora e ora, però, è evidente e penalizza grandemente chi si muove nel mondo delle maschere odierne, poiché l’identità virtuale non può essere scissa dall’individuo che la indossa, mai, neanche a casa propria, neanche di notte, e questo per due ordini di motivi.
Non puoi nasconderti
Perché, come appunto nel caso delle BBL girls, il social medium ti raggiunge ovunque, sia che tu lo voglia sia che non lo voglia o non te ne accorga, in quanto vieni di continuo filmato, fotografato, taggato; e poi, se sei un/una influencer, non puoi permetterti una giornata senza post, senza dare in pasto ai tuoi follower almeno una foto per criticarti, osannarti, giudicarti, darti l’approvazione col cuoricino o negartela.
In poche parole, non puoi nasconderti.
La maschera è il tuo stesso corpo
La gravità di questa situazione è estrema e porta a identificare irrimediabilmente la propria immagine pubblica con il proprio stesso corpo, a livelli finora mai raggiunti, sia in termini di risultati (chirurgia estetica spinta), sia in termini di numeri, perché gli interventi chirurgici non sono riservati solo più ai vip degli anni Sessanta, ma sono accessibili quasi a tutti. A tutte.
Una “maschera” pericolosa
La percentuale di donne che muoiono per le complicanze dell’intervento ai glutei nel 2018 è stata di 1 su 3000 (fonte: Aesthetic Surgery Journal) a livello mondiale; inoltre, non si contano le donne sfigurate, che hanno dovuto sopportare dolori lancinanti per anni anche dopo l’intervento, che non possono più sedersi e fare vita normale. Le complicanze spesso sono dovute all’imperizia dei chirurghi o alla scarsa qualità delle strutture in cui operano (alcuni addirittura nel proprio appartamento).
Brazilian Buttock Lift: modificarsi per un “cuoricino” in più?
Altra riflessione importante è relativa alla gravità del fatto di mostrare sul proprio profilo Instagram più il lato posteriore che quello anteriore del corpo, abitudine invalsa tra le BBL influencer e non solo, che consiste nel presentarsi subito passive, accoglienti sessualmente, consenzienti all’atto con lo sguardo di chi che sia, e di offrirsi per un cuoricino in più.
La “maschera” è irrimediabilmente quella di una donna disposta a sopportare qualsiasi dolore, pagando di tasca sua, a farsi deformare il corpo, a immedesimarsi nel proprio fondoschiena per gli anni che la gioventù concederà alla causa, pur di avere un cuoricino in più. Che poi si trasforma in fama, soldi, contratti da testimonial, ma non è quello che attira in prima battuta la ragazza di famiglia modesta a intraprendere questo cammino: emerge chiaramente dalle interviste che le influencer più in voga rilasciano per Youtube.
Quello che desiderano più di ogni altra cosa è il cuoricino: essere approvate, essere dette che ti vogliono bene (espressione scorretta, ma che rende chiaramente l’idea), essere amate, essere viste e riconosciute da chiunque e a qualunque costo, anche a quello della salute fisica e della propria intergità interiore.
Niente di tutto questo ha a che vedere con l’espressione di sé e dei propri contenuti interiori.
Il teatro, quello reale, potrebbe di certo far avvicinare le BBL addicted alla propria identità al di là della loro “persona”, e può certamente servire a tutti noi per imparare a rimanere in contatto con noi stessi e coltivare il nostro giardino intimo, facendolo fiorire al momento opportuno e proteggendolo dai rischi da sovraesposizione.
Con gesto di dedizione e cura, nella meraviglia dello svelamento di Sé.